Santuario Madonna della Fiamma

Narra  la tradizione  che  due soldati veneziani di passaggio a Martinengo si persero di notte nella campagna. Spaventati, pregarono la Vergine di  guidarli. D’un tratto videro un intenso bagliore: la Madonna col Bambino in braccio, sorridendo, indicò loro la via.   

 

 

Sintesi     La devozione alla Madonna della Fiamma è ancora molto presente negli abitanti del paese. La processione che ha luogo ogni anno la seconda domenica di ottobre termina in questo piccolo santuario, sorto agli inizi del Cinquecento in seguito a un’apparizione miracolosa. Dapprima di struttura semplice, nell’Ottocento è modificato in senso neoclassico. 
All’interno affreschi e pregevoli dipinti lo decorano. Tra i nomi da citare figurano quelli di Enea Salmeggia, Girolamo Poloni e dell’ebanista Fantoni. 

Per saperne di più

Il caratteristico santuario della Madonna della Fiamma sorse nel lontano 1512 col titolo di Santa Maria e San  Pantaleone.  
Inizialmente doveva essere poco più di una cappella, con un altare marmoreo e tre ingressi. Ingrandito nel 1699, nei primi dell’Ottocento il santuario viene ristrutturato minuziosamente, modificando gli elementi architettonici e assumendo così un aspetto vagamente neoclassico: quattro colonne rivestite in scagliola sostituiscono due archi trasversali e reggono i pennacchi al di sotto della tazza ellittica successivamente affrescata. Nel 1990 una nuova ristrutturazione viene intrapresa, rinnovando le tinte e le decorazioni.  

L’effigie che probabilmente diede origine al nome del santuario è uno splendido e veneratissimo affresco del primo Cinquecento collocato sopra l’altare barocco: raffigura Gesù Bambino in piedi sulle ginocchia della Madre, con le mani tese verso i devoti. L’affresco si trovava un tempo sul muro di un edificio vicino rovinato dalle fiamme durante un incendio; venne quindi trasportato in blocco nel santuario.  

Le quattro lunette del presbiterio raffigurano lo  Sposalizio della Vergine, l’Annunciazione, la  Sacra Famiglia al lavoro  e la  Morte della Vergine. Sulla parete a destra dell’ingresso si può ammirare una  Natività  anonima seicentesca. Il dipinto più pregiato è però la tela di Enea Salmeggia (1597) che rappresenta il  Terz’ordine francescano  racchiusa in un’elaborata cornice in stucco, posizionata sul lato sinistro del presbiterio.  Pregevole, anche se molto rovinato è anche l’affresco nel tondo della facciata principale eseguito dal martinenghese Girolamo Poloni nel 1949. Raffigura il miracolo alla base del culto: due soldati veneziani di passaggio a Martinengo si persero di notte nella campagna. Spaventati, pregarono la Vergine di  guidarli. D’un tratto videro un intenso bagliore: la Madonna col Bambino in braccio, sorridendo, indicò loro la via.
Ai primi decenni del Settecento risale la statua lignea della Madonna con Bambino, di scuola  fantoniana. I sontuosi abiti e la corona datano rispettivamente al 1896 e al 1990.  

 

Dove si trova  
Via Monsignor Giuseppe Piani, 52, 24057 Martinengo (BG)